"Aristide e Tobia: uno gobo e st'altro spia"

 

Questa commedia in tre atti comici in dialetto veneto é il tipico esempio di "farsa degli equivoci".

Ambientata in una cittadina veneta intorno agli anni 1960-70, la commedia ha per protagonista una famiglia composta da un marito povero pensionato, la moglie casalinga ed una sorella del capofamiglia, zitella.

La famiglia si trova in condizioni economiche assai disagiate tanto che, come dice Aristide, il capofamiglia, nella credenza "no ghe xe gnaca 'na grosta de pan vecio'"; ma un bel giorno, arriva la possibilità di guadagno inaspettato.

Aristide dovrebbe trasformarsi in un "detective" privato per conto di un marito geloso: ma da qui nasce una serie di malintesi, di equivoci che non mancheranno di creargli numerosi grattacapi e imbarazzanti situazioni piccanti, che l'azione scenica svilupperà con ovvie continue esilaranti sorprese per tutti, soprattutto per quel marito che dovrà - suo malgrado - rendersi conto della grande "intraprendenza della moglie".

Mentre Aristide è impegnato in questa sua nuova attività, anche le due donne  si danno da fare per migliorare la precaria situazione economica della loro famiglia e tentano il facile guadagno, ma le loro sicurezze si dissolveranno velocemente, mettendole ancora più in ridicolo.

La delusione provata dalla sfortunata zitella, Ilaria, sarà ancora maggiore quando dovrà rinunciare al suo ultimo sogno: quello matrimoniale col 'gobo' Tobia.

Finale a sorpresa!!!!!!!!!!!!!!!

 

    Rassegna fotografica      

    Depliant della commedia